
Quel che ho e quel che voglio (riflessioni sul significato ultimo di un’esistenza troppo breve, cercando di sfuggire ai rimpianti del poi)

di Carmen Vicinanza
La morte ha una sola, unica utilità. Farti riflettere sulla tua vita e quindi provare a migliorarla, visto che poi termina presto e non si può più rimediare. Oggi è giornata di riflessioni.
È morta una donna speciale, che con ironia e intelligenza ha saputo affrontare un destino infame. Un caro amico sta combattendo appeso ai fili e io non posso non riflettere sul fatto che non voglio, alla fine della mia vita, pentirmi di ciò che ho fatto, di come ho vissuto, di come ho deciso che fosse il mio cammino.
La strada da percorrere si sceglie, anche se è costellata di ostacoli e tappe obbligate. La si decide comunque. E si sceglie, anche quando non si ha scelta.
Ho sempre accolto i maestri e le maestre che il destino mi ha parato davanti.
Ho sempre desiderato imparare e spero di non smettere mai di entusiasmarmi, di conoscere, di assaporare. Quello che non so può restituirmi qualcosa di prezioso e ne sono avida.
Non voglio omettere di sorridere nemmeno per un giorno, anche se non ce n’è motivo apparente. Si dice che il riso appartenga agli stolti, no, è di chi cerca sempre la luce e non si lascia vincere dal buio.
Non voglio smettere di viaggiare, perché è solo andando altrove che si conosce appieno ciò che si ha e che si è.
Non voglio smettere di avere ricordi, belli e brutti che siano, perché significa aver vissuto e non essersi lasciati vivere.
Voglio continuare ad avere i brividi quando sento Francesco cantare.
Voglio continuare a dire ciò che penso e a voler bene ai miei fratelli e sorelle, di sangue e di elezione.
Voglio avere la casa piena di amici che mi mangiano tutto e mi sporcano tutto, la casa trova un senso se la si vive, altrimenti è un eremo intoccabile, inutile.
Voglio avere la rubrica piena di numeri da poter chiamare, anche se poi non telefono mai.
Rivendico il bisogno di solitudine quanto quello di socialità.
Voglio continuare a viaggiare e non a visitare luoghi.
Voglio continuare a mangiare e bere con piacere.
Sapere che ho amiche e amici in tutto il mondo mi rende piena e orgogliosa.
Ho ancora un intero mondo di cose da leggere, da ascoltare, da sapere e ne sono ingorda.
Voglio trovare sempre un motivo per continuare, anche se certi giorni è dura davvero.
Voglio evolvere e cambiare spesso, allargare il mio orizzonte e non sprecare tempo con piccole e fatue cose inutili.
Voglio restare umana e non dimenticarlo mai.
Rabbia e astio non devono avere il sopravvento sulle mie azioni.
Trovo vendetta e ripicca meschinità e piccinerie da cui tendo a elevarmi.
Rivendico, invece, con orgoglio, i miei tanti rapporti speciali e privilegiati.
Esalto e ammiro la differenza.
Mi hanno insegnato a pensare con la mia testa, ma ho la fortuna di avere grandi modelli di riferimento.
Vorrei vivere diffondendo gioia ma è un’utopia.
Amo il caldo e odio il freddo, in ogni senso, accezione, sfaccettatura, metafora.
Piango tanto ma rido di più. Ho difficoltà a farmi vedere fragile e bisognosa ma ci sto lavorando e talvolta mi scappa, mio malgrado.
Spero di poter continuare a scegliere e riuscire a dire di no.
Sono imperfetta, grassa, chiassosa e invadente. Cerco di essere sincera il più possibile e non fingere, ma ho imparato a frenare la lingua e qualche volta mi riesce davvero.
Rincorro la luce, anche se amo la notte.
Sono veloce, spesso infedele. Detesto aspettare, ma riesco a farlo.
Non amo voltarmi indietro e recriminare.
Sono sempre pronta a innamorarmi e, talvolta, capita davvero.
Mi disinnamoro con la stessa facilità e rivendico anche questo.
Come rivendico l’incoerenza e il poter cambiare idea su cose e persone, meno su ideali, a dire il vero.
Mi sento ricca eppure non ho niente.
Mi sento leggera e sono pesante.
Mi sento una ragazza e invece sono una donna da un bel pezzo.
Ho segni e cicatrici fuori e dentro il mio corpo, ma mi sento fortunata, perché posso parlarne e riderci sopra, con la speranza di riuscire sempre a ridere di tutto.
Ironia è sempre stata la mia parola preferita. Senza, sarei nuda.
Carmen Vicinanza, ha il karma di essere nata scorpione, peggiorato dal leone. Ama leggere, scrivere, viaggiare, conoscere, contestare, criticare, chiacchierare, sedere sul divano a guardare sitcom, mangiare, odorare, gustare, restare sorpresa, lasciare le cose incomplete. Trova che nell’esistenza terrena ci sia troppo poco tempo per fare queste cose ma prova comunque a farle tutte, senza particolare fretta.